Femminismo e arte: oltre Frida Kahlo
Arte e donne, un binomio che dall’alba dei tempi è stato censurato e poco valorizzato rispetto al suo contrario (arte-uomini), rendendo la disparità di genere ancora più forte e marcata. La mancanza di spazi espositivi nei musei e nelle gallerie, infatti, è soltanto una piccola testimonianza delle difficoltà che le “donne artiste” affrontavano ed affrontano tutt’oggi. Solo per fare un esempio, nel 2019 la collezione del Museo Universitario Arte Contemporáneo (MUAC) di Città del Messico aveva il 14% di opere di donne contro il 64% delle opere appartenenti all’universo maschile.
Collettivi come “Maldita Musa”, lavorano per ridurre il divario di genere nel mondo dell’arte, mettere in risalto la lotta femminista e fornire aiuto a tutte le “donne artiste”. Cos’è Maldita Musa? É una piattaforma creata come spazio finalizzato alla rivendicazione della figura femminile come creatrice ed artista, al di là dello stereotipo inflazionato nato dalla figura di Frida Kahlo. Nonostante quest’ultima sia considerata l’artista femminista più iconica al mondo è doveroso ricordare che non è l’unica. Non è l’unica donna che ha saputo rompere gli schemi brillando di luce propria in un mondo dominato dagli uomini e che si erge sul patriarcato. In questo collettivo, il femminismo viene concepito in molteplici modi derivanti dai diversi contesti socio-culturali legati a problemi e ingiustizie. In questo senso l’arte potrebbe essere considerata “artivismo” (arte+attivismo), ma ricorda: ogni opera d’arte attivista non è scontato che sia di matrice femminista così come ogni opera d’arte, che mette in discussione il patriarcato e le sue oppressioni, non è scontato che sia artivismo.
La censura, come precedentemente sostenuto, è un altro ostacolo che le artiste sono chiamate ad affrontare. L’arte femminista è spesso condannata perchè “troppo esplicita”! Non a caso anche in era contemporanea viene rimossa da piattaforme e social network come Instagram, Facebook e Youtube, con l’accusa di violazione “delle regole”. Censura alquanto ridicola e contraddittoria, in quanto, così come evidenziato dal collettivo Maldita Musa, quest’ultima non viene applicata alla condivisione di pornografia e violenza di cui queste piattaforme digitali sono quotidianamente sature.
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