L’ArtReview Power 100 è una classifica annuale delle persone più influenti nell’arte lanciata nel 2003. 

La lista dell'anno scorso metteva al primo posto il movimento Black Lives Matter, seguito dal collettivo artistico ruangrupa. Quest'anno è un’entità non umana generata dall'intelligenza artificiale chiamata ERC-721, ovvero i "token non fungibili” (NFT) che hanno recentemente generato grandi somme di denaro nel mondo dell’arte. Al secondo posto della classifica c’è Anna L. Tsing, antropologa cinese americana e autrice del libro “The Mushroom at the End of the World” sulla fine del capitalismo, il degrado ecologico e la precarietà economica. Si riconferma al terzo posto il collettivo indonesiano ruangrupa e si avvicina alla top ten l’italiana Lucia Pietroiusti, curatrice ecologica e founder del progetto General Ecology alla Serpentine di Londra. 

Gli NFT possono rappresentare la proprietà di beni digitali o fisici. Abbiamo considerato un universo diversificato di beni, e sappiamo che voi ne sognerete molti altri: proprietà fisiche - case, opere d'arte uniche, oggetti da collezione virtuali - foto uniche di gattini, carte da collezione..." Quattro anni dopo la sua pubblicazione, "ERC-721", la specifica per il "token non fungibile" (sulla blockchain basata su Ethereum - esistono altre specifiche) ha sconvolto il mercato dell'arte, unendo l'arte contemporanea e la cultura dei meme millenari. Con progetti come CryptoPunks che hanno iniziato la mania dei collezionabili virtuali gamificati nel 2017, ERC-721 ha trasformato i dati in proprietà virtuale, e il mondo dell'arte ha iniziato a capire che la cultura digitale può essere resa rara. Con i prezzi sbalorditivi raggiunti per il lavoro di Beeple nell'ultimo anno, il mercato dell'arte ha scoperto una nuova generazione di collezionisti, mentre gli artisti di tutto il mondo hanno scoperto un modo per commercializzare la loro arte che bypassa il vecchio sistema dei mercanti d'arte. È difficile prevedere lo sconvolgimento a lungo termine che questo pezzo di codice causerà. Ma nel 2021, tutti i vecchi presupposti del mercato dell'arte e della cultura artistica sono stati gettati in un'incertezza caotica e creativa. 

Come ogni anno porta la conferma più spaventosa che stiamo vivendo una catastrofe globale, così diventa più urgente trovare nuovi modi di immaginare il nostro rapporto con la natura. L'antropologo americano non è certo il primo pensatore a proporre che possiamo capire il mondo solo decentrando la prospettiva umana su di esso, ma pochi hanno fornito un modello così chiaro per come questa rivoluzione copernicana potrebbe essere effettuata. In libri come The Mushroom at the End of the World (2015) Tsing mostra come nuove alleanze potrebbero emergere tra le rovine del capitalismo prendendo il fungo matsutake come protagonista di una storia raccontata attraverso numerosi punti di vista (umani e non umani). Questo impulso collaborativo si esprime anche in Feral Atlas, la piattaforma curatoriale che ha fondato con Jennifer Deger, Alder Keleman Saxena e Feifei Zhou, che combina la ricerca scientifica con l'espressione artistica per mostrare come i campi possano utilmente combinarsi. Tsing suggerisce che è responsabilità dell'arte reimmaginare l'Antropocene in modo che noi possiamo sopravvivere.