L'artista chamorro Gisela McDaniel, con i suoi dipinti basati sulle esperienze di guarigione da trauma sessuale, racconta i valori culturali del popolo delle origini.

Nell'attuale mostra personale "Manhaga Fu'una" - ospitata da Pilar Corrias a Londra fino al 26 febbraio - l'artista eleva storie che sono state a lungo scontate, trascurate e ignorate. I suoi ritratti di neri, indigeni, donne di colore e persone non binarie incarnano la fiducia e la comprensione reciproca; i soggetti, spesso seduti o comodamente stesi, evocano un senso di intricata bellezza. Sfruttando le sue esperienze come artista indigena chamorro, Gisela introduce nuove sensibilità nei suoi personaggi con un'attitudine calma ma forte, che si manifesta attraverso tratti vividi e dettagli struggenti. 

Accompagnati da interviste sonore registrate ad-hoc, molti dei ritratti di Gisela si basano su un approccio mixed-media e includono materiale donato o trovato, come vestiti e gioielli riciclati o rotti. Nonostante la traduzione, le opere intitolate in lingua chamorro - la lingua indigena originaria delle isole Marianne - possono essere solo parzialmente comprese, perché implicano una conoscenza, a priori, dei valori della cultura indigena chamorro, valori che si estendono non solo alle altre persone, ma anche alla terra (i tano') all’acqua (i hanom) e alla cultura (i kottura). Tra questi valori millenari praticati ancora oggi, l’artista offre una serie di definizioni: