Il carro armato della pace al confine russo-ucraino
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L'artista tedesco Michael Fischer sta creando un carro armato con i colori delle bandiere dell'Ucraina e della Russia.
Come simbolo di comprensione e unità, Fischer-Art vuole usare l'oggetto d'arte in un'azione pacifica contro la guerra. All’inizio di marzo, l’artista tedesco piazzerà il carro armato al confine russo-ucraino. Diversi artisti, compresi quelli provenienti da Russia e Ucraina, prenderanno parte all’azione con una manifestazione a sostegno della coesistenza pacifica. Fischer-Art ha chiamato la sua creazione "Frühlingspanzer" (lett. Carro armato della primavera).
Il Frühlingspanzer non è il primo oggetto d'arte basato su un carro armato vero. La storia del carro armato della pace (Friedenspanzer)è ben nota in Germania. Nel 2007, Fischer-Art ha dipinto un veicolo militare e l'opera è stata esposta vicino alla Porta di Brandeburgo a Berlino. Per il nuovo lavoro, l’artista ha acquistato un vecchio carro armato britannico:
« Questo vale anche per il conflitto russo-ucraino. La Russia è un territorio, l'Ucraina è un territorio, ma c'è uno spazio tedesco e uno spazio americano. Tutto questo dovrebbe funzionare insieme, e non essere diretto l'uno contro l'altro »
Nato a Lipsia, l'artista Michael Fischer ha iniziato sin da bambino a rendere il mondo un posto più colorato. Fischer-Art ha un approccio socialmente critico sull'ambiente e classifica il suo lavoro come "realismo dell'economia di mercato", basato sul realismo critico-sociale. Ispirato alla pop art e al fotorealismo, crea sculture e dipinge facciate di edifici, ponti, parchi giochi e veicoli militari.
Il disfacimento della Russia è forse la più sconvolgente tragedia di questo secolo che muore. Il crollo ormai ineluttabile di un Paese travolto dal degrado morale, dalla corruzione, dalle contese etniche, dalle rivendicazione autonomistiche, dalle guerre - latenti o aperte - che ne lacerano il territorio, è destinato a ripercuotersi in modo drammatico sugli equilibri planetari, sia a livello economico sia a livello politico e militare. E l'impatto mondiale dello scandalo legato ai finanziamenti del Fondo Monetario Internazionale ne è la prova più evidente. Crollo ineluttabile, quindi. Ma non per questo casuale o inevitabile. Ancora una volta Giulietto Chiesa dimostra che il disastro è frutto di un'azione determinata e consapevole, cui hanno collaborato forze esterne e interne alla Russia. E che su queste rovine Stati Uniti, Cina ed Europa si giocheranno il loro ruolo di grandi potenze. Gli scenari possibili e prevedibili sono quanto mai inquietanti. Il futuro dominio del mondo è strettamente legato alla soluzione del rompicampo Russia. Testimone in prima persona degli avvenimenti, Giulietto Chiesa racconta con passione ciò che ha visto. A Mosca e lontano da Mosca. Nella Kamciatka e a Groznij. Per capire, al di là delle analisi a tavolino, che cosa succede davvero in Russia. Continua a leggere
Tra l'inverno 2013 e l'estate del 2015 abbiamo assistito in Ucraina a uno scontro drammatico e pericoloso che ha coinvolto anche l'Occidente e la Russia. Nonostante si sia cercato di addossare a Mosca la colpa della guerra civile tra le forze governative e i ribelli del Donbass, la responsabilità va cercata nella regia statunitense e nell'espansionismo occidentale. L'offensiva scatenata da Washington contro la Russia intende far saltare i delicati equilibri geopolitici, trascinando il mondo intero verso la guerra. La crisi politica, che doveva scoppiare a Mosca, è esplosa a Washington. Brexit ha inferto un colpo drammatico e imprevisto alle prospettive dell'Unione, mentre Germania e Francia si trovano di fronte a un euroscetticismo dilagante. L'Europa soffre di una crisi d'identità e i populismi acquisiscono forza. Giulietto Chiesa analizza gli equilibri odierni, l'inasprirsi dello scontro tra Occidente e Russia, la crisi in Ucraina, il fallimento del progetto europeista e l'elezione di Trump riproponendo la riedizione di "Russia addio" con un ampio capitolo introduttivo che contestualizza quello che 20 anni fa sembrava il crollo della Russia post-comunista e che oggi invece segna il ritorno di un protagonista sulla scacchiera geopolitica. Continua a leggere
Ormai è chiaro: la crisi in cui l'Occidente si sta dibattendo non assomiglia a nulla di conosciuto. È una crisi di valori, di democrazia, economica, finanziaria, ambientale, politica senza precedenti. Tutti i riferimenti stanno crollando, la leadership USA non è più invincibile, e anzi mostra la guardia. E quando il potere si sente debole, cerca un nemico da additare. Qualcuno su cui scaricare responsabilità e colpe, qualcuno di cui avere paura. Tutto pur di non ammettere la verità, cioè che le risorse stanno finendo e il sistema sta viaggiando a marce forzate verso il collasso. La Russia è quel nemico. Lo è stato in passato, e oggi quell'ossessione ritorna in versione aggiornata. La Russia e il suo uomo forte Vladimir Putin sono il nuovo "nemico numero 1". Rispolverando gli slogan della Guerra Fredda, sono tornati a essere l'Impero del Male e Putin è un mostro da dare in pasto alle masse, opportunamente dipinto come tiranno psicopatico, responsabile di stragi o cinico tessitore di trame imperialiste. La guerra in Ucraina, le sanzioni economiche, persino la negazione del ruolo russo nella sconfitta del nazismo, tutto spinge in quella direzione. Ma è davvero così, o la "Putinfobia" spacciata da molti media è solo un grande specchio su cui l'Occidente riflette le proprie mancanze e i propri guai? Continua a leggere
Perché il capezzolo femminile è così controverso? Perché questa parte del nostro corpo, così piccola ma così cruciale, fa sì che le donne vengano bannate, censurate e penalizzate online?
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