Educazione artistica e immaginazione sociale

diartivism®Condiviso ilmarzo 28, 2022

L'artivismo ha il potere di illuminare l'immaginazione, agitare l'azione, ispirare l'insegnamento e stimolare l'apprendimento.

Come strumento educativo, l'artivismo, va oltre l'uso della parola parlata o scritta, della comunicazione verbale o non verbale, abbracciando l'arte in molteplici forme di immaginazione e di linguaggio, tra cui quello visivo, letterario e digitale. Del resto, come suggerisce Maxine Greene, insegnate di filosofia, attivista sociale e autrice del saggio Releasing the Imagination: Essays on Education, the Arts, and Social Change:

« L'immaginazione sociale è la capacità di inventare visioni, di ciò che dovrebbe essere e di ciò che potrebbe essere, nella nostra società in deficit, nelle strade in cui viviamo e nelle nostre scuole. L'immaginazione sociale non solo suggerisce, ma richiede anche che si agisca per riparare o rinnovare »
Maxine Greene.

Creare immaginazioni sociali, costruire comunità sostenibili e collaborare attivamente per il miglioramento della vita su questo pianeta, sono dunque caratteristiche essenziali per la sopravvivenza umana; ma per aumentare la consapevolezza sociale, ambientale e tecnica attraverso la pratica artistica, fino a che punto possiamo spingere le agende politiche sulle questioni importanti?

La mostra Artivism: Inventing Vision, Taking Action dà un ampio sguardo alla storia e alla connessione tra arte, trasformazione sociale ed educazione. Questo lavoro è il risultato di un'esplorazione multipolare e intersezionale, in termini di razza, genere, etnia, religione, background culturale, abilità e molto altro. Le selezioni di questa mostra si basano sul progetto "Artivism: The Power of Art for Social Transformation", un programma in collaborazione con Gottesman Libraries, Adelphi University e Sing for Hope che mira a generare comunità attraverso un lavoro di squadra multidisciplinare per una convivenza più dignitosa e significativa.

Questa mostra è curata da Jennifer Govan, direttrice della Biblioteca, e progettata da Trisha Barton, Lead Designer, con l'assistenza di Scarlett Cheng.