L'arte è lo strumento per comunicare ciò che la scienza non è in grado di fare, rivolgendosi sia alla cognizione umana che all'emozione attraverso modi fantasiosi nella sua capacità di collegare le esperienze umane localizzate, colte e di genere alle realtà naturali e ai concetti astratti.

La crisi climatica è una questione politica, sociale ed etica, piuttosto che puramente ambientale. È causata da un modello economico insostenibile che distribuisce in modo iniquo la ricchezza e il potere nel mondo. Allo stesso tempo, aggrava questa disuguaglianza colpendo chi è meno responsabile. I popoli e i Paesi a basso reddito e con una lunga storia di oppressione sono quelli che affrontano i peggiori impatti del cambiamento climatico, nonostante abbiano contribuito in misura minore a causarlo. Perdita di biodiversità, emissioni di carbonio, mitigazione e adattamento: sono solo un paio di concetti regolarmente utilizzati nei rapporti scientifici sul cambiamento climatico. Hanno trovato spazio anche nei negoziati sul clima e un linguaggio simile viene utilizzato nelle comunicazioni sul clima rivolte ai non addetti ai lavori. Lo stesso vale per i fatti scientifici e i complicati grafici utilizzati per spiegare l'emergenza climatica e il suo impatto sulle comunità e sugli ecosistemi. Per quanto utile, affidarsi esclusivamente alla scienza e al gergo non è sufficiente a far passare l'urgenza del messaggio. Poiché le cause e gli impatti del cambiamento climatico non sono solo scientifici, ma anche sociali e culturali, dobbiamo parlarne con un linguaggio che renda le culture visibili, udibili e tangibili: l'arte.

Gli attivisti per la giustizia climatica stanno iniziando ad adottare l'arte (e più in generale le espressioni creative) come strumento per sostenere il cambiamento delle politiche e per comunicare i messaggi chiave della giustizia climatica. Per questo Hivos - nell'ambito del suo programma Voices for Just Climate Action (VCA, voci per una corretta azione per il clima) - ha commissionato uno studio per saperne di più sul potere dell'arte. In particolare, come può essere utilizzata nella difesa della giustizia climatica per mobilitare e rafforzare il movimento per la giustizia climatica attraverso l'inclusività, la creatività e l'innovazione. Lo studio, condotto dal centro di ricerca Profundo, traccia una mappa dei molteplici modi in cui l'arte può funzionare come mezzo per sostenere la giustizia climatica. Presenta inoltre dieci casi di studio e conclude con opportunità, sfide e raccomandazioni per promuovere l'artivismo per la giustizia climatica. 

Il rapporto che ne risulta parte da un'analisi concettuale dell'arte come espressione politica, protesta e catalizzatore del cambiamento sociale. Mostra come l'impegno per il clima possa essere creato nell'arte (l'arte come piattaforma per introdurre e comunicare il problema), con l'arte (processo partecipativo e creativo) e attraverso l'arte (l'arte come mezzo per coinvolgere le persone a un livello profondo ed emotivo). In questo quadro, Profundo descrive le diverse opportunità offerte dalle arti. Esse possono creare ponti tra i divari ideologici e generazionali, tra le aree urbane e quelle rurali, tra il pubblico e i responsabili delle politiche, tra gli artisti e gli scienziati. Possono inoltre superare le barriere linguistiche, rendere tangibile il cambiamento climatico e raggiungere un vasto pubblico. L'arte è uno strumento fondamentale per la mobilitazione e il rafforzamento dei movimenti in tutto il mondo, poiché consente alle persone di comunicare idee e questioni innovative in modo rapido e potente per un cambiamento positivo. Vari mezzi, tra cui l'arte visiva, la musica, il cinema, la poesia e la scultura, esercitano un forte richiamo su persone diverse, consentendo ulteriori sforzi di advocacy. Inoltre, approcciando la giustizia climatica in modo nuovo, le arti hanno un grande potenziale per scoprire soluzioni più innovative.

Tuttavia, l'uso dell'arte per sostenere la giustizia climatica non è privo di sfide. Gli artisti sono lavoratori autonomi e spesso devono fare affidamento su fondi (limitati). Questo significa anche che spesso non esiste una rete di sicurezza o un processo che li protegga dalla violenza. Inoltre, c'è una certa mancanza di conoscenza dell'elemento di giustizia del cambiamento climatico. Ciò significa che gli artisti, gli scienziati e le organizzazioni della società civile devono scambiarsi reciprocamente la loro comprensione del problema, e sono necessarie relazioni a lungo termine che integrino gli artisti nella programmazione per garantire loro finanziamenti e sicurezza sufficienti. Ma se queste sfide vengono affrontate, le arti possono svolgere un ruolo vitale nel cambiamento di interi sistemi. 

African Crossroads è una comunità di pensatori e di operatori africani orientati al futuro. Si riuniscono ogni anno per riflettere criticamente sugli sviluppi più all'avanguardia ancorati alle tradizioni intellettuali e tecnologiche africane.

Profundo intende dare un contributo concreto a un mondo sostenibile e alla giustizia sociale attraverso un'approfondita ricerca e consulenza. La qualità viene prima di tutto, con l'obiettivo di soddisfare le esigenze dei nostri clienti. I temi su cui ci concentriamo sono le catene di materie prime, il settore finanziario e la responsabilità sociale delle imprese.

Zambia Climate Change Network (ZCCN) è un'organizzazione a base associativa che esiste come piattaforma nazionale della società civile.