Liberare Arte da Artisti. Giacomo Verde artivista
Videoartivista, come si definiva, o tecnoartivista, Giacomo Verde estendeva il fare artistico a un'esplorazione insubordinata e irriverente della tecnologia e a un attivismo sociale, civile, politico nel senso vero e alto del termine, scriveva qualche tempo fa la docente e studiosa di media art Sandra Lischi.
Liberare arte da artisti - progetto realizzato in collaborazionbe con La Statale Università degli Studi di Milano, le Accademie di Bari, Brera e Carrara, Dada Boom, SuperAzione e Dramatic Iceberg - è una retrospettiva dell’artista multimediale Giacomo Verde (1956-2020), che riprende una frase del poeta Lello Voce, utilizzata spesso da Verde per affermare la volontà di non confinare l’opera entro il sistema istituzionale delle arti ma, al contrario, di liberarla: liberare linguaggi e idee, scavalcare confini, incoraggiare utopie comunitarie senza puntare all’autoralità e al copyright.
La mostra, anziché porsi come archivio totalizzante del lavoro quarantennale di Verde, sarà una "memoria d'arte vivente", che alternerà per ben sei mesi, da giugno a dicembre, proiezioni, oggetti, video creazioni e installazioni storiche dell’artista (quelli che scoprirete essere i suoi "Imprescindibili"), oltre a omaggi, performance e re-interpretazioni attuali delle sue oper'azioni - a cura di colleghi e artisti che gli sono stati accanto o sagaci reinventori delle sue tecniche e del suo universo tecno-poetico.
La mostra sarà un’esplorazione intorno al "fare" creativo e artivista di Verde - dai primi anni '80 al 2020 - tra video, televisione, interattività, teatro e rete. Un percorso tra i linguaggi da lui attraversati, ricreati e intrecciati, tra tematiche di impegno politico e sociale, intorno a cui sarà organizzato il materiale (di archivio o da produrre ad hoc) per l’esposizione. Il percorso si articolerà tra QR Code, monitor e installazioni interattive cosicché il pubblico legga, azioni i dispositivi, guardi e sfogli i libri e i disegni in mostra, navighi tra #hashtag e opere di net art con il proprio cellulare, aggiungendo foto e commenti e disfacendo persino le opere. Perché, come diceva Antonio Caronia, « l’interazione prima di essere una caratteristica dei media digitali è l’essenza della relazione umana ». Inoltre una parete racconterà, con le foto inedite di Massimo Vitali, lo studio di Verde: luogo del caos creativo, dell’accumulo, dell’archivio, dell’arte; mentre, aprirà la mostra, una fotografia di Jacopo Benassi, che immortala l’artista, a Lucca, in una storica home performance.
Multimediale, quindi, e interattiva - ma non solo. La mostra sarà anche trasformista come lo fu Verde: il Mago Giac, il R(Ǝ)O Dadaista, il poeta Giak Verdun, l'attivista, il punto di riferimento della cultura antagonista, il teatrante tecnologico, il primo net artist italiano.
Come già nel ciclo delle Opere Senza Opera (OSO), realizzate con il Collettivo SuperAzione presso l’Officina di Arte Fotografica e Contemporanea DadaBoom, la mostra sarà composta (anche) da oggetti "viventi", destinati a proseguire il loro ciclo oltre lo spazio dell'esposizione per confondersi con la vita. Non a caso, sono state coinvolte due Università (Pisa e Milano) e tre Accademie di Belle Arti (Brera, Carrara e Bari): docenti e studenti, insieme con gli artisti e i curatori, daranno il loro contributo per una mostra-evento collettivo, che proseguirà fino a dicembre con una serie di happening e una nuova veste dell’allestimento a cadenza bimestrale seguendo tre temi interconnessi: Artivismo, Tecnoarte e Interazione ed Effimero.
Una preview degli allestimenti in base alla tematicaArtivismo
Sempre presente in mostra, una selezione di opere di natura politica in cui l’artista, seguendo le indicazioni della studiosa Tatiana Bazzichelli, all'inizio del 2000 inaugurava la sua arte "interventista", che porta, come lui affermava, « la realtà dentro il museo, levandole ogni estetizzazione eccedente ». Tra gli eventi di Artivismo previsti spicca la diretta in streaming con il Museo Popolare Gïåk Vёrdün di Viareggio. La proiezione del video-documentario di Giacomo Verde Solo Limoni sarà inserita in calendario nella giornata del 20 luglio dedicata ai fatti del G8 di Genova - coordinata da Dalila Flavia D'Amico (Università di Roma) in collaborazione con il Dipartimento Beni Culturali dell’Università di Milano, che dialogherà con Agnese Trocchi e Manolo Luppichini di Candida TV, Cristina Petrucci (la quale, durante le giornate di Genova, faceva parte del coordinamento di Radio GAP) e DadaViruz. L’Artivismo chiuderà la mostra a dicembre con un evento speciale coordinato da Tatiana Bazzichelli, fondatrice a Berlino del Disruption Network Lab e con ospiti internazionali tra i quali Steal This Poster. In questa stessa occasione avrà luogo l’azione artivista del Collettivo SuperAzione.
Tecnoarte e Interazione
La seconda sezione, che si inaugurerà il 2 settembre, sarà dedicata a Tecnoarte e Interazione e punterà i riflettori, invece che sul prodotto artistico, sul "processo" creativo dietro alle video-opere analogiche e interattive d’archivio - a cui si aggiungeranno interventi artistici originali di Alessandro Giannetti e un’installazione interattiva speciale, l’unica conservatasi della lunga carriera di Verde, che arriverà direttamente dal Museo d’arte moderna di Gallarate MA*GA, dove è tuttora conservata, dal titolo Reperto Antropo-logico unonovenovesette (1997), grazie a un accordo con la Sovrintendenza Nazionale ai Beni Culturali. Disegni preparatori, materiali di studio e grafiche inedite saranno esposti grazie allo studio specifico di Andreina di Brino (Università di Pisa), in collaborazione con Anna Monteverdi (Università di Milano) e Sandra Lischi (Università di Pisa). Interventi originali anche degli studenti d’Accademia coordinati dai docenti-artisti: Clemente Pestelli, Domenico Quaranta e Massimo Cittadini (Accademia di Belle Arti di Carrara) e Antonio Rollo (Accademia di Belle Arti di Bari). Docenti e studenti insieme con gli artisti e il curatore Luca Fani, contribuiranno a dare a vita alla mostra-evento collettivo.
Effimero
La terza sezione si inaugurerà a ottobre e sarà dedicata all’arte del qui e ora par excellence: dal teatro di strada, insieme con la Bandamagnetica, ad alcuni tra gli spettacoli di Verde più iconici - il teleracconto Hansel & Gretel Tv, insieme con i GialloMare Minimal teatro; Storie mandaliche dall’ipertesto di Andrea Balzola, realizzato con Massimo Cittadini, Lucia Paolini e Mauro Lupone; e ancora, le performance realizzate con Aldes di Roberto Castello e Alessandra Moretti; e i videofondali per Nanni Balestrini e Lello Voce. La sezione coordinata da Anna Monteverdi per il Dipartimento Beni Culturali (Università di Milano) sarà arricchita da workshop per le scuole diretti da Vincenzo Sansone e da un omaggio a Verde che il docente curerà con due allievi della Scuola di Scenografia e della Scuola di Nuove Tecnologie dell’Arte dell’Accademia di Brera. Sono previsti riallestimenti teatrali in collaborazione con GialloMare Minimal teatro, Teatro la Piccionaia di Vicenza e Roberta Biagiarelli.
In occasione della inaugurazione: performance del Collettivo SuperAzione. Presso la terrazza CAMeC (fino alle ore 23.00) concerti acustici e live set, con omaggi di: Damiano Meacci e Gabriele Marangoni (Tempo Reale), Lino Strangis, La Serpe d’Oro, No Name, Stefano Giannotti, Marzia Vignotti e Irene Mazzantini (musiche celtiche); Claudio Barone suonerà lo strumento a corde appartenuto a Giacomo Verde, l’oud. Letture di poesie a cura di Giampaolo Ragnoli e Tommaso Verde; letture dai testi della biblioteca di Verde di Giancarla Carboni. Microfono aperto per tutti coloro che vorranno ricordare Giacomo.
Tommaso Verde, il giorno dell’inaugurazione e in occasione di tutti i nuovi allestimenti, proporrà al pubblico la Guida intergalattica alle opere di Giak Verdun grazie a un cut up originale dei diari di Verde.
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