La marea fucsia per l'aborto libero, sicuro e gratuito
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In occasione della giornata mondiale per l'aborto libero, sicuro e gratuito, il movimento femminista Non Una Di Meno ha inondato le principali piazze d'Italia con cortei, flashmob, sit-in e striscionate.
In questo scenario di guerra, elezioni, crisi economica ed ambientale, i corpi delle donne e delle persone LGBTQIA+ sono stati e saranno campi di battaglia. Quella del 28 settembre 2022 è stata la prima manifestazione politica dopo la vittoria elettorale di Giorgia Meloni e dell'estrema destra in Italia, la prima di una lunga serie di battaglie perché gli attacchi espliciti alle donne, alle persone LGBTQIA+ e alle persone migranti si intensificheranno nei prossimi mesi. In questo nuovo assetto politico, l’Italia si schiera dalla parte del flusso reazionario che coinvolge paesi come gli Stati Uniti, Ungheria, Polonia e Malta, dove l'aborto è sotto attacco. Gli attacchi e le restrizioni al diritto di aborto sono al centro delle agende conservatrici a livello globale: queste politiche vogliono rafforzare il controllo sui corpi delle donne e delle persone con capacità gestante e vogliono imporre alle donne la maternità come destino. Questo risultato elettorale conferma il rilancio della triade "Dio, patria e famiglia" e delle sue declinazioni sessiste, razziste, omolesbobitransfobiche e abiliste e un'opposizione "democratica" che tratta la parità di genere solo in termini neoliberali. Mentre il numero dei femminicidi e delle violenze sessuali è in aumento, la violenza maschile sulle donne è strumentalizzata per portare avanti retoriche razziste e attaccare le persone migranti. Dopo l'affossamento del DDL Zan, le persone LGBTQIA+ scompaiono dall'agenda politica a favore dell'imposizione della famiglia tradizionale bianca come unico modello e nucleo della società, a discapito di un welfare pubblico e di politiche sociali. Giorgia Meloni vuole incarnare il compito di madre della nazione e assicurare il valore sociale della maternità in un paese dove l'accesso all'aborto è fortemente ostacolato dall'obiezione di coscienza che tocca punte del 90%, seguendo il modello Marche. I consultori pubblici previsti dalla legge 194 sono stati progressivamente ridotti dagli anni 70 in poi e ad oggi possiamo fare riferimento a meno di un consultorio ogni 20.000 abitanti. In più, non si investe sull'educazione sessuale e all'affettività e sulla contraccezione gratuita.
Lottare per l'accesso all'aborto libero sicuro e gratuito significa lottare contro ogni forma di controllo e di violenza patriarcale.
« Siamo furiosɜ perché perché l'attacco all'aborto si rafforza in un momento di crisi economica e sociale.
Siamo furiosɜ perché la nostra libertà di scelta è messa sotto attacco.
Siamo furiosɜ per questo il 28 sarà la prima tappa di una lotta che non si arresta.
Perché il capezzolo femminile è così controverso? Perché questa parte del nostro corpo, così piccola ma così cruciale, fa sì che le donne vengano bannate, censurate e penalizzate online?
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