MALENCIAGA: l’onda nera del subliminale

Propaganda Pedofila. Questa l'orrenda accusa rivolta nelle ultime settimane alla casa di moda più stracult di sempre, tale Balenciaga.

Da sempre avvezza alla provocazione mirata ad accendere discussioni con l'unico fine di ottenere un "profitto" d'immagine, questa volta la maison de mode ha davvero toccato il fondo. La provocazione va bene... ma fino a un certo punto! Cristóbal Balenciaga, padre fondatore della prima maison (1917), non sarebbe affatto contento.

Da quando è passata nelle mani del gruppo internazionale Kering S.A. (che detiene il controllo anche di altri potenti marchi di lusso quali Gucci, Yves Saint Laurent, Alexander McQueen, etc.) Balenciaga si è sempre contraddistinta per il suo stile esageratamente controverso, eccessivo, fuori dall'ordinario, creando, così, una propria identità, unica tra la concorrenza. Demna Gvasalia, direttore creativo dal 2 ottobre 2015.

Demna Gvasalia (a destra, con Kim Kardashian), che indossa una maglietta con i colori della bandiera ucraina alla sfilata di Balenciaga a Parigi nel marzo 2022.

Partiamo dall'antefatto. La miccia che ha fatto esplodere il caso è stata la prima campagna pubblicitaria per natale "Gift Shop" a cura di Gabriele Galimberti, del 16/11, all'interno della quale sono presenti orsacchiotti di peluche in mano a dei bambini. Voi direte - che male c'è? -. Ciò che ha fatto storcere il naso è il fatto che gli orsacchiotti (gli stessi della sfilata parigina) sono adornati da collari e cinture di pelle, maglie a rete strappate, il tutto immerso in un setting caratterizzato da bicchieri di vino rovesciati e strani oggetti che richiamano la sfera Bondage/BDSM. Scelte stilistiche provocatorie? Decisamente di dubbio gusto, aggiungerei...

Se la reazione dei più sarebbe potuta "PASSARE" come eccesso di zelo da parte dei bigotti più puritani mai esistiti, Balenciaga rincara la dose di polemica con la pubblicazione di una seconda campagna, Balenciaga x Adidas - spring 2023, quella del 21/11, ancor più discutibile perché costellata di messaggi subliminali. Si tratta della raffigurazione di una borsa del noto marchio poggiata su dei fogli sopra una scrivania. Ad una visione più acuta si evince che su quei fogli è riportata la "United States v. Williams", ovvero la decisione della Corte suprema statunitense del 2008, in cui si sentenzia, riassumendo, che la promozione di pedopornografia non è protetta dal diritto alla libertà d'espressione. All'interno di un'altra foto, invece, troviamo sullo sfondo una pila di libri tra i quali spicca un catalogo del pittore belga Michaël Borremans, noto per aver dedicato alla figura degli infanti numerose tele rappresentandoli "in atti giocosi ma misteriosi con sfumature sinistre e insinuazioni di violenza".

Tutto un po' too much.

All'insorgere del disgusto e del disprezzo del popolo del web e delle celebrity / influencer (alcune delle quali anche testimonial del marchio, vedi Kim Kardashian), il direttore creativo Gvasalia ha provato a scusarsi pubblicamente sui vari social "condannando" il contenuto eccessivo delle immagini pubblicate, a suo dire, senza alcuna approvazione da parte del team creativo. - Ma chi ci crede?!? –

Nonostante le, ovvie, scuse da parte del direttore creativo e dell'azienda (che promette di intraprendere azioni legali a carico degli addetti alla creazione e allestimento del set fotografico) e la rimozione dall'internet della campagna pubblicitaria in questione, il popolo del web non si arresta né si accontenta delle scuse e prosegue la sua insorgenza analizzando ogni singolo dettaglio della questione, compresi i soggetti coinvolti.

Da questa operazione sono emersi dettagli ancor più inquietanti che avvalorano sempre più l'accusa contro il marchio (vedi sopra).

Tre i soggetti finiti nel mirino, definiti come le menti dietro l'esplosione della nuova moda ed estetica post sovietica, caratteristica delle collezioni Balenciaga: Lotta Volkova, Gosha Rubchinskiy, Demna Gvasalia.

LOTTA VOLKOVA, stylist russa e stretta collaboratrice di Balenciaga.

Una donna talentuosa e stravagante dallo stile ambiguo ed estremo che rispecchia i gusti e le abitudini della stessa. Proprio sull'account Instagram della Volkova (reso privato subito dopo lo scandalo) è facile imbattersi in numerosi post dal contenuto disturbante, al limite del disgusto. Lotta è ossessionata dai bambini che pubblica in maniera morbosa in contesti inappropriati, quasi a tinte horror. Una bambina legata ad una sedia col nastro adesivo, foto splatter con riferimenti al cannibalismo e all'esoterismo, orsetti di peluche legati, foto con ragazzini minorenni... solo per citare qualche post.

GOSHA RUBCHINSKIY, designer russo e amico dello stilista.

Rubchinskiy, amico di Gvasalia, non è nuovo a situazioni particolari e dai contorni poco chiari. Nel 2018, infatti, viene accusato per contatti inappropriati con minorenni. High Fashion Talk prima e Diet Prada poi, pubblicano degli screen di una chat con un minore (16 anni) in cui Gosha chiede insistentemente foto esplicite IN BAGNO. I presunti buoni propositi del designer russo vengono chiariti dal brand, che sostiene si tratti soltanto di prassi, ovvero uno "street casting" per il reclutamento di ragazzini ai fini della realizzazione di book fotografici. Nonostante ciò, risulta inspiegabile l'insistenza di Gosha che si evince dai messaggi in merito alla richiesta di foto, ripeto, IN BAGNO, anche di fronte alle espresse reticenze del ragazzino. Nei giorni successivi altri ragazzi minorenni denunciano gli stessi atteggiamenti da parte di Gosha Rubchinskiy.

DEMNA GVASALIA, stilista georgiano e direttore creativo di Balenciaga dal 2015, nonché ambasciatore della UNITED24, piattaforma di raccolta fondi per l'Ucraina di Volodymyr Zelensky a beneficio dei rifugiati.

Demna è solito pubblicare post e storie in cui esprime il proprio pensiero, alquanto sinistro e discutibile. In un suo vecchio post scrive:

« Someone wrote that Lotta [Volkova], Gosha [Rubchinskiy] and I grew up on child pornography and radiation from chernobyl, whic is why we're all so fucked up... »

« Qualcuno dice che Lotta, Gosha ed io siamo cresciuti a pedopornografia e radiazioni di chernobyl, ed è per questo che siamo così fottuti... »
Demna Gvasalia IG

Questa è la realtà fattuale derivante dalle indagini degli "investigatori digitali".

Sono solo coincidenze? Non sono qui per fare un processo o mettere alla gogna qualcuno. Non è mia intenzione accusare né infamare nessuno. Lascio il beneficio del dubbio ai "protagonisti" e la possibilità di farsi un'idea propria a chiunque legga quest'articolo. Non credo molto nella casualità quanto piuttosto nella causalità. Se scoperchiando il vaso di pandora è venuto fuori un fil rouge così profondo e plausibile, un minimo di verità dovrà pur esserci (lungi da me l'idea del complotto!).

Da sempre la moda, per quanto poco avvezza al dibattito pubblico, è un mezzo di comunicazione oltre che di espressione. La moda è specchio della società e dei tempi che ne fanno da sfondo. La moda nasce per dividere, ma anche unire, generare dibattito e sposare cause e anche se sei uno dei marchi di moda più potenti, influenti e irriverenti al mondo non puoi concederti il lusso di veicolare un "certo tipo" di messaggi... per quanto subliminali e nascosti siano.

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