È sempre Mercoledì
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In un mondo che viaggia senza sosta, e da sempre, verso l'omologazione e l'uguaglianza mainstream, la vera trasgressione è l'emarginazione. Perché se l'uguaglianza e la conformità piace ma alla lunga stanca, la diversità affascina, incuriosisce creando un gap emotivo che irretisce gli astanti.
Proprio da questa consapevolezza è partito Charles Addams nel lontano 1938, quando tra le pagine del settimanale The New Yorker pubblica le prime vignette di alcuni personaggi dai tratti singolari e caratteristici che di lì a poco avrebbero costituito una delle famiglie più seguite e iconiche, non solo negli Stati uniti, ma nel mondo intero... La Famiglia Addams.
Nata prima su carta e poi trasposta su schermo intorno agli anni '60, La Famiglia Addams, che tanto ha in comune con le strambe abitudini del suo creatore, si configura come punto di rottura di cardini e dogmi considerati, prima del loro avvento, intoccabili.
La Famiglia, la Donna.
L'immagine portata in scena e suggerita dagli Addams non è più quella della classica e stereotipata famiglia americana con il padre capofamiglia e la madre badante della prole e del focolaio domestico, ma quella di una famiglia unita e dissacrante in cui ogni membro ha un ruolo preciso e definito.
Morticia, Gomez, Mercoledì, Pugsley, Zio Fester, Nonna, Lurch, Mano.
Tra i protagonisti sopracitati meritano una menzione speciale le figure femminili, nello specifico Morticia e Mercoledì Addams.
Morticia non è la classica, o meglio non solo, "madre di famiglia", ma è una donna emancipata e caparbia, la capostipite di un sistema matriarcale non convenzionale nella società americana dell’epoca. Venale, passionale, disinibita e sensuale, fedele e velenosa quanto basta, Morticia Addams si fa portavoce di un messaggio sociale molto importante... la donna non è più relegata ad un ruolo subalterno rispetto all'uomo, non è più succube né spettatrice della vita familiare, ma ne è protagonista!
Degna erede della madre non poteva che essere Mercoledì Addams, personaggio emblematico sin dall’infanzia che con la madre ricopre un importante ruolo attivista e femminista (nello specifico) nel XX secolo.
Pungente, sagace, vendicativa, fredda e austera nello sguardo, Mercoledì Addams rispecchia in maniera "filtrata" (da un velo gotico e noir) il passaggio critico dall’infanzia all'adolescenza... la pubertà.
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Non è un caso, infatti, che proprio a lei Netflix, coadiuvata dal genio di Tim Burton, ha deciso di dedicare un'intera serie tv: Mercoledì. Jenna Ortega nel ruolo della protagonista, una tormentata Mercoledì non più bambina ma adolescente, "impegnata" dai genitori nella ricerca della sua identità e collocazione nel mondo... vogliono che segua le loro stesse orme, a partire dalla scuola da frequentare. Ma come ogni adolescente nel subbuglio della piena crisi ormonale, Mercoledì si ribella, vuole evadere, non si riconosce nonostante un'identità caratteristica ben definita.
È proprio in questo mix di emozioni che i più nostalgici ed affezionati ai vecchi sceneggiati Addams non riconosceranno più la Mercoledì, in questo caso, che hanno imparato a conoscere nel tempo. Troppo "instabile" (non è da lei!), a tratti insicura, troppo contemporanea... troppo umana.
Tuttavia non è un segreto che, per ammissione dello stesso Tim Burton, attraverso queste nuove vesti di Mercoledì si volessero affrontare tematiche giovanili attuali e delicate come la "crescita", giustappunto, che comporta la ricerca del proprio posto nel mondo, i disturbi psicologici, l’emarginazione, strettamente legata al concetto di "fiducia", l'amicizia e i rapporti familiari.
Tematiche decisamente notevoli che perdono valore, risultando stucchevoli, perché immerse in una dose eccessiva di retorica moralista.
Nonostante ciò la serie tv, uscita sulla piattaforma Netflix qualche settimana fa, ha fatto breccia nel cuore degli spettatori (superando il "record di visualizzazioni in una settimana" detenuto precedentemente da "Stranger Things") che hanno accolto con eccitamento ed entusiasmo questa nuova creazione burtoniana.
I social (Instagram e TikTok tra tutti), infatti, pullulano di citazioni, identificazioni, omaggi a quella che dai più giovani viene definita la Regina dei pov (points of view), dei mood unconventional... tutti vogliono essere Mercoledì, tutti si sentono Mercoledì in un ambivalente stato che oscilla tra potere e stranezza.
Nulla di strano fin qui, purché il tutto resti confinato in un immaginario narrativo circoscritto affinché non si finisca col ferire chi di depressione, emarginazione e problemi psicologici realmente soffre. Per dire... il passaggio da re a reietti (non nel senso figurato del termine) è davvero molto breve!
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