Aaron Swartz e il libero accesso alla conoscenza
Dieci anni fa, il mondo ha perso una delle menti più brillanti e coraggiose dei nostri tempi. Aaron Swartz, hacktivista e bersaglio di un sistema corrotto, se n'è andato via troppo presto, lasciando ai posteri un'inestimabile eredità: il libero accesso alla conoscenza.
illustrazione di Aaron Swartz © Adam Jones / Paessler |
Nato nel 1986 a Chicago, Illinois, Aaron Swartz ha iniziato la sua carriera nel mondo delle tecnologie all'età di 14 anni, quando ha contribuito allo sviluppo del formato RSS, uno standard per la diffusione dei contenuti su internet. Successivamente, è diventato membro fondatore di Reddit, una popolare piattaforma di condivisione di contenuti online.
Terminato il liceo nel 2002, Swartz ha iniziato a lavorare come sviluppatore indipendente e a 16 anni ha lanciato la startup Infogami, una piattaforma di collaborazione che è stata poi acquisita da Reddit, e successivamente ceduta a Condé Nast. Nel 2006, Swartz si è laureato alla Harvard University e ha iniziato a lavorare per Creative Commons (CC), organizzazione no-profit che opera nel settore del diritto d'autore e che, diversamente dal copyright (©), fornisce agli autori delle licenze semplici e standard per la pubblica condivisione e fruizione delle opere creative. Nel 2008, ha fondato il gruppo di attivisti per il libero accesso alla conoscenza Demand Progress, che ancora oggi promuove campagne contro la censura online e volte alla protezione dei dati personali.
Aaron Swartz a un Wiki Meetup di Boston nel 2009. |
Swartz, giustamente convinto che il libero accesso alla conoscenza fosse un diritto fondamentale, ha lavorato instancabilmente per garantire che tutti avessero la possibilità di accedere alle informazioni di cui avevano bisogno. Da qui l'accusa di furto informatico. Nel 2011, Swartz è stato arrestato dall'FBI per aver scaricato illegalmente una grande quantità di articoli scientifici dalla biblioteca JSTOR, una piattaforma di accesso a riviste accademiche. L'accusa di furto informatico, che poteva comportare fino a 35 anni di carcere e una multa di un milione di dollari, ha sollevato molte preoccupazioni sull'eccessiva repressione delle autorità contro gli attivisti per il libero accesso alla conoscenza.
Dopo mesi di lotta contro le accuse, Swartz "è stato suicidato" l'11 gennaio 2013, all'età di 26 anni. La sua morte ha scatenato un dibattito sulla repressione eccessiva contro gli hacktivisti e sulla necessità di riforme del sistema giudiziario statunitense.
Swartz è stato una figura controcorrente ed estremamente influente nel mondo dell'attivismo tecnologico, e non è certo l'ultimo. La guerriglia tecnologica è appena cominciata...
Il movimento di guerriglia Open Access - Manifesto
L'informazione è potere. Ma come ogni tipo di potere, ci sono quelli che vogliono tenerlo per sé. L'intero patrimonio scientifico e culturale, pubblicato nel corso dei secoli in libri e riviste, è sempre più digitalizzato e tenuto sotto chiave da una manciata di società private. Vuoi leggere le riviste che ospitano i più famosi risultati scientifici? Dovrai pagare enormi somme ad editori come Reed Elsevier.
C'è chi lotta per cambiare tutto questo. Il movimento Open Access ha combattuto valorosamente perché gli fino ad oggi sarà perduto. Questo è un prezzo troppo da pagare. Costringere i ricercatori a pagare per leggere il lavoro dei loro colleghi? Scansionare intere biblioteche, ma consentire solo alla gente che lavora per Google di leggerne i libri? Fornire articoli scientifici alle università d’élite del Primo Mondo, ma non ai bambini del Sud del Mondo? Tutto ciò è oltraggioso ed inaccettabile.
"Sono d'accordo," dicono in molti, "ma cosa possiamo fare? Le società detengono i diritti d'autore, guadagnano enormi somme di denaro facendo pagare l'accesso, ed è tutto perfettamente legale - non c'è niente che possiamo fare per fermarli". Ma qualcosa che possiamo fare c'è, qualcosa che è già stato fatto: possiamo contrattaccare.
Tutti voi, che avete accesso a queste risorse, studenti, bibliotecari o scienziati, avete ricevuto un privilegio: potete nutrirvi al banchetto della conoscenza mentre il resto del mondo rimane chiuso fuori. Ma non dovete - anzi, moralmente, non potete - conservare questo privilegio solo per voi, avete il dovere di condividerlo con il mondo. Avete il dovere di scambiare le password con i colleghi e scaricare gli articoli per gli amici.
Tutti voi, che siete stati chiusi fuori, non starete a guardare, nel frattempo. Vi intruffolerete attraverso i buchi, scavalcherete le recinzioni, e libererete le informazioni che gli editori hanno chiuso e le condividerete con i vostri amici.
Ma tutte queste azioni sono condotte nella clandestinità oscura e nascosta. Sono chiamate "furto" o "pirateria", come se condividere conoscenza fosse l'equivalente morale di saccheggiare una nave ed assassinarne l'equipaggio, ma condividere non è immorale - è un imperativo morale. Solo chi fosse accecato dall'avidità rifiuterebbe di concedere una copia ad un amico.
E le grandi multinazionali, ovviamente, sono accecate dall'avidità. Le stesse leggi a cui sono sottoposte richiedono che siano accecate dall'avidità - se così non fosse i loro azionisti si rivolterebbero. E i politici, corrotti dalle grandi aziende, le supportano approvando leggi che danno loro il potere esclusivo di decidere chi può fare copie.
Non c'è giustizia nel rispettare leggi ingiuste. È tempo di uscire allo scoperto e, nella grande tradizione della disobbedienza civile, dichiarare la nostra opposizione a questo furto privato della cultura pubblica.
Dobbiamo acquisire le informazioni, ovunque siano archiviate, farne copie e condividerle con il mondo. Dobbiamo prendere ciò che è fuori dal diritto d'autore e caricarlo su Internet Archive. Dobbiamo acquistare banche dati segrete e metterle sul web. Dobbiamo scaricare riviste scientifiche e caricarle sulle reti di condivisione. Dobbiamo lottare per la Guerrilla Open Access.
Se in tutto il mondo saremo in numero sufficiente, non solo manderemo un forte messaggio contro la privatizzazione della conoscenza, ma la renderemo un ricordo del passato.
Vuoi essere dei nostri?
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