L'affaire Thunberg-Tate: verità nascoste di una faida digitale
Anno nuovo, faida nuova.
A tenere banco tra la fine del 2022 e l'inizio del 2023 è stato certamente l'affaire Thunberg - Tate, protagonisti di un alterco digitale conclusosi col peggiore dei finali, almeno per uno dei due soggetti, tale Andrew Tate.
Ad accendere la miccia della diatriba c'ha pensato l'ex kickboxer americano, noto ai più, oltre che per le prestazioni sul "campo di battaglia sportivo", per le sue posizioni politico sociali (soprattutto riguardo il genere femminile) alquanto estreme e discutibili.
Dichiaratamente misogino, violento, negazionista e sessista Andrew Tate, che delle sue caratteristiche singolari ne ha fatto un vanto, una volta riabilitato su twitter nel 2022, grazie allo spirito compassionevole di Elon Musk, nonostante il ban a vita, ha ben pensato di irretire, vestendosi di fiera e ostentata superbia retta sulla precaria fondatezza delle sue convinzioni, la paladina ed alta rappresentate della lotta contro il cambiamento climatico, nonché sostenitrice dello sviluppo sostenibile, Greta Thunberg, attraverso una provocazione dai classici contorni di una marachella infantile.
In possesso di ben 33 automobili, Andrew Tate ha stuzzicato Greta Thunberg dichiarandosi fiero di contribuire all'inquinamento ambientale con le enormi emissioni dei suoi mezzi a quattro ruote. Non si è fatta attendere la risposta, sarcastica e pungente, della giovane attivista svedese, la quale (dopo averlo invitato a farsi una vita) ha richiesto maggiori informazioni da inoltrarle all'esilarante indirizzo mail smalldickenergy@getalife.com.
This Is What Happens When You Don't Recycle Your Pizza Boxes [cropped] © nordacious |
Tutto molto sopra le righe, divertente per quanto surreale.
Un sagace gioco di parole, poche, pochissime, pesanti più di un macigno, oggetto di fraintendimento da parte di coloro che da sempre non hanno visto di buon occhio questa ragazza che fin dalla tenera età si è imposta come pochi su temi molto importanti quanto scomodi. Thunberg, infatti, non è caduta nella trappola di Tate (offese sessiste e body shaming lasciamoli per cose più importanti, vi prego!) abbassandosi ai suoi livelli puerili e discriminatori, come in molti hanno accusato, ma ha minato piuttosto la sua spocchia con una semplice perifrasi, facendo riferimento al suo fragile ego, alla sua insicurezza e mascolinità tossica. Nulla di più, nulla di meno, checché se ne dica...
Stizzito dall'intraprendenza verbale della giovane ragazza, Tate, residente in una località segreta per sfuggire alle indagini su di lui pendenti per diversi illeciti che si presume abbia commesso, ha elaborato una risposta videoregistrata che, di fatto, l'ha inchiodato fino a condurlo all'arresto, insieme al fratello Tristan. Nel video, infatti, Tate, intento a fumare un sigaro in vestaglia e a deridere la Thunberg circa il riciclaggio della carta, si è fatto portare una pila di pizze in cartone da una persona fuori campo dalle quali era evidente una scritta in rumeno riferita ad una famosa catena di pizzerie presenti in Romania: Jerry's Pizza.
Dettaglio cruciale nell'individuare la località dove Tate latitava, per concretizzarne successivamente l'arresto, poi smentito da Ramona Bolla, portavoce della direzione per le indagini sulla criminalità organizzata e il terrorismo, la quale ha dichiarato che l'arresto del Sig. Tate « è stato il frutto di un duro lavoro raccogliendo tutte le prove ».
Traffico di esseri umani e formazione di un gruppo criminale organizzato, l'accusa. 30 giorni in carcere, la prima azione punitiva in attesa della decisione dei giudici. Questo sarebbe l'epilogo, almeno fino ad ora, di questa bizzarra storia, ad una lettura superficiale.
Tuttavia se si cerca di comporre i pezzi del puzzle in maniera poco convenzionale, i dubbi e le domande che spuntano fuori sono a dir poco legittimi e logici.
Quanto può essere convincente la versione secondo cui una mente "criminale" abile e scaltra, come quella di Andrew Tate, abbia firmato la propria "condanna a morte" facendosi cogliere in fallo da un dettaglio assolutamente non indispensabile? Era davvero necessario far arrivare delle pizze, in un contesto totalmente no-sense, posizionando le stesse addirittura in primo piano con le scritte leggibili?
È pur sempre vero che l'essere umano, secondo ampi e proficui studi psicologici, cada in errore (procurandosi del male) autosabotandosi, perché guidato dalla ceca bramosia che lo pervade... ma non mi sembra questo il caso!
Perché prendere di mira, senza un reale pretesto, proprio Greta Thunberg?
È solo una strana coincidenza il fatto che abbia scelto come bersaglio, che alla fine della storia segna la sua (apparente) caduta, una donna (genere da lui considerato inferiore e utile solo a sfogare i bassi istinti di un uomo) il cui nome ricorda proprio il GRETA, ovvero il Gruppo di esperti sull'azione contro la tratta di esseri umani, uno dei reati per il quale viene arrestato?
Con queste domande voglio insinuare il dubbio, forte della convinzione che molte volte nulla è come sembra. È ben noto e spesso vi ho parlato dell'azione manipolatoria dei mass media nel modo in cui veicolano le informazioni, pertanto è bene guardare ad una storia da diverse angolazioni e prendendo in considerazione più dettagli possibili...
Che sia stata una mossa di marketing al fine di agevolare/dimostrare qualcuno/qualcosa, che sia stata una possibile pista di politica internazionale o affari di competenza dei servizi segreti non lo sappiamo e forse non lo sapremo mai, ma chiunque attraverso l'informazione trasversale e il confronto con le opinioni altrui può aggiungere un tassello al quadro della verità...
E tu cosa pensi ci sia dietro a tutta questa storia?
Scrivi un commento qui sotto e iniziamo, insieme, a comporre il puzzle...
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