L'imperscrutabile fascino della menzogna

È dall'alba dei tempi che gli uomini si sono cimentati nella creazione (prima) e nella trasmissione (poi) di storie per diversi scopi... rispondere a dei quesiti esistenziali, eludere la noia, intrattenere. Basti pensare alla nascita del mito, delle leggende, delle teorie, alcune delle quali non sono rimaste tali ma addirittura hanno costituito in parte (se non in toto) le fondamenta delle civiltà moderne.

Se le finalità primordiali, circa la nascita di queste "storie", erano investite di nobili intenti, le cose sono iniziate a cambiare quando quest'ultime hanno virato verso scopi egoistici e sempre più limitanti della libertà intellettuale del genere umano... la manipolazione.

Al fine di esercitare la suddetta, il protocollo di intervento è sempre stato lo stesso, riassumibile nell'acronimo SSC (Simbolo, Storia, Controllo): scelta di un "Simbolo" (talvolta anche più di uno) → creazione della Storia → attuazione del Controllo.

Man mano che le civiltà crescevano plasmandosi attorno allo status di società, la manipolazione prendeva sempre più piede innestandosi tra i tessuti sociali con la stessa velocità con cui iniziavano ad emergere i primi segni di stratificazione sociale, meglio noti come caste.

Acquistando sempre più valore e centralità nella vita umana, successivamente, le storie - scusate il gioco di parole - hanno letteralmente fatto la storia. Le storie hanno creato fazioni, stabilito confini, mosso interi eserciti...

Ma la parte che mi interessa trattare in quest'articolo è la trasmutazione delle storie in informazione, declinata sempre più sapientemente in formato "notizia". Si sa, la notizia rispetto alla semplice e sterile informazione è più appetibile, suscita interesse e viene divorata dallo spettatore passivo e affamato di novità in funzione di distrazione dalla monotonia quotidiana.

È proprio la passività dell'essere umano nel ricevere le informazioni il nodo cruciale della questione.

Perché non ci si interroga sulla veridicità di quanto si apprende? Perché continuare ad essere trattati come burattini nelle mani di "non si sa chi"? Perché continuare a lamentarsi senza poi agire con concretezza e pragmaticità?

Ad oggi i maggiori detentori del potere informativo sono i mezzi di comunicazione di massa, come più volte ribadito, controllati - è risaputo - dalle alte cariche dello stato, ergo: ognuno porta l'acqua al suo mulino. Infatti ciò che apprendiamo tramite i mass media sono le cosiddette "informazioni a metà", ovvero parte della verità o verità edulcorate utili a consolidare lo strapotere di controllo dello Stato sulle masse.

Viviamo in un grande "meme show" dove tutti sono disposti a dire di tutto pur di salvarsi la faccia e non cadere in ridicolo di fronte alla collettività, vera sovrana e conferitrice masochista del potere in mano a terzi sulla base della fiducia... o del senso di deresponsabilizzazione. Si, è molto più facile delegare e non assumersi la responsabilità così da potersi arrogare il diritto, in un secondo momento, di puntare il dito e lamentarsi di ciò che non funziona. Troppo comodo!

A far riflettere su quest'aspetto dai contorni oscuri e ai limiti del delirio, ultimamente, sono stati alcuni eventi di interesse pubblico stra-pubblicizzati e spacciati per verità che, forse, verità non sono...

L'arresto dell'attivista Greta Thunberg

a causa della protesta da lei perpetrata contro l'espansione di una miniera di carbone a cielo aperto nel villaggio abbandonato di Luetzerath, nella Germania occidentale.

Tutto il mondo ne ha parlato vedendo gli scatti dell'arresto... lodevole, lodevolissimo. Tuttavia, in un secondo momento, in un video su twitter l'attivista svedese, rilassata e "acting normal" (come direbbero gli inglesi per meglio rendere il concetto), compare in posa per fotografie e video dinanzi all'obiettivo con gli agenti. Un'immagine decisamente insolita e che stona con quella che l'attivista da anni è impegnata a "vendere" a tutto il mondo come la "giovane martire ecologista" intenta a pagare le conseguenze della sua crociata per salvare il clima e di conseguenza l'intera umanità... suona un po' tutto come "messa in scena".

In aggiunta allo sGRETolamento dell’immagine da paladina impegnata della Thunberg spunta un altro video in cui quest'ultima, raggiunta da un giornalista di "Rebel News" in Svizzera al World Economic Forum, evita di rispondere (se non attraverso una mimica facciale scocciata e sorrisi forzati) a delle domande "scomode" circa le evidenti contraddizioni tra il suo dire e il suo fare, domande a cui, evidentemente, non è abituata a rispondere, previo accordo.

Quello che emerge dalle ultime vicissitudini di cui si è resa protagonista Greta Thunberg è il viale del tramonto verso cui è diretto il simbolo del suo personaggio, per tornare al tema iniziale. Sembra che ormai la Greta ventenne, nonostante le fattezze ancora puerili e immature dal punto di vista fisico, non sia più efficace come mezzo per veicolare determinati messaggi, rispetto alla "bambina prodigio" che redarguiva gli adulti irresponsabili e avidi dell'inizio della sua "carriera".

L'arresto del boss mafioso Matteo Messina Denaro

avvenuto dopo 30 anni di latitanza, alla clinica Maddalena di Palermo dove il boss si è recato regolarmente negli ultimi anni per sottoporsi a delle cure mediche.

Grandi congratulazioni per l'arma dei carabinieri riusciti nell'operazione, orgoglio lusinghiero del (o della?) Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, festeggiamenti in tutta Italia... tutto molto bello.

Ciò che stride, però, rispetto a questa vicenda sono le tempistiche. Il Boss si è sempre mosso liberamente tra il trapanese (dove era residente) e il palermitano (dove era in cura), sotto copertura (ovviamente) ma libero e indisturbato... numerose sono le foto spuntate online e i selfie di Messina Denaro con il personale medico, che in qualche modo sarebbero potuti essere indice del luogo di latitanza. Tralasciando questo, ciò che non torna è anche la narrazione dell'iter che ha portato all'arresto, veicolata dal nucleo investigativo e ripresa poi dalle tv nazionali. Lontano dalle più inutili teorie cospirazioniste e tesi di complotto, la narrazione mediatica non convince su diversi fronti rispetto a come il ROS sia arrivato alla cattura di Messina Denaro (registro nominativo dei malati oncologici inesistente), rispetto al suo alter ego "Andrea Bonafede" e rispetto a quanto predetto dal pentito Salvatore Baiardo nel Novembre 2022 in merito ad una potenziale "trattativa tra un Messina Denaro ormai malato terminale e lo Stato" per una "spontanea" autoconsegna con arresto clamoroso... "un bel regalino, fiore all’occhiello per il Governo". Che sia stato tutto un magistrale coup de théâtre pianificato nei minimi dettagli? (È curioso anche che l'arresto di Matteo Messina Denaro, 16/01/2023, avvenga esattamente 30 anni dopo l'arresto di Totò Riina, 15/01/1993).

Nonostante i mille dubbi e le perplessità che fanno seguito ai due fatti sopracitati, così come a molti altri che non stiamo qui a riportare, ciò che importa è il finale rassicurante, proprio come nella più classica delle favole Disney: la strega buona si batte per il bene comune (Greta Thunberg) e l'antagonista cattivo viene "vinto" perché il bene vince sempre sul male (Matteo Messina Denaro).

Immersi, dunque, nel pieno di una narrazione transmediale che oscilla tra il serio e il faceto guardiamo a ciò che ci viene comunicato con superficialità, ignorando tutta la dietrologia di cui il "fatto" si compone, perché una bella bugia è sempre meglio di una brutta verità. Quando qualcuno prova a sollevare il dubbio, subito gli si punta il dito contro alludendo al "complottismo!", che in alcuni casi è realmente tale perché già matrice di ciò che viene raccontato...

Aprite gli occhi!

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