L'artivismo nella letteratura mondiale del XXI secolo #10
In un'epoca in cui l'arte politica e l'attivismo creativo si fondono senza soluzione di continuità, il termine "artivismo" si diffonde tra le pagine della saggistica contemporanea, lasciando un'impronta indelebile nella letteratura mondiale del nostro tempo.
Nel nono articolo di questa rubrica bibliografica, dedicata alle occorrenze del termine "artivismo" nella produzione letteraria mondiale del XXI secolo, abbiamo presentato "Mujeres de Maiz: seeds to spiritual ARTivism - a L.A. art herstory" (2009) di Felicia Montes, un contributo importante che documenta lo straordinario lavoro delle artiviste femministe chicane.
Proseguiamo dunque la nostra esplorazione cronistorica dell'artivismo. Il libro della settimana è...
Artivisme: art, action politique et résistance culturelle
« L'artivismo è l'arte degli artisti attivisti. A volte è arte senza artisti ma con attivisti. Come arte impegnata e impegnativa, cerca di mobilitarci, di farci prendere posizione, proponendoci strumenti per l'azione e la trasformazione. È l'arte insurrezionale degli zapatisti, l'arte comunitaria dei muralisti, l'arte resistente e rabbiosa delle femministe queer, l'arte festosa dei collettivi decisi a reincantare la vita, è l'arte utopica degli hacker della rete (hacktivisti di una guerriglia tecno-politica), è la resistenza estetica alla pubblicità, alla privatizzazione dello spazio pubblico... Come il queer postula l'esistenza di un terzo genere oltre il femminile e il maschile, così l'artivismo suggerisce l'esistenza di un terzo termine tra estetica e politica. »
"Artivisme" di Stéphanie Lemoine e Samira Ouardi esplora la relazione tra arte e attivismo politico nell'era del capitalismo. Il testo si concentra sull'evoluzione delle pratiche creative che, a partire dalla metà degli anni '90, hanno iniziato a convergere in una dimensione politica.
Il libro vuole evidenziare l'obiettivo comune di opporsi alla società dei consumi e alle proteste di routine attraverso la pratica artistica, l'azione politica e la resistenza culturale. In particolare, si tratta di modi alternativi e azioni di disobbedienza civile basati sulla vita, la performance, la celebrazione e il gioco. "Artivisme" esplora molte di queste pratiche creative utilizzate nell'attivismo politico della sinistra, dell'alterglobalismo, dell'insurrezione zapatista e della democratizzazione di Internet.
Con quasi 200 pagine, il libro illustra pratiche artistiche radicali e sovversive come l'happening, l'utopia dello squat e altre TAZ (zone temporaneamente autonome); la ribellione libertaria, l'hacktivismo e l'hacker art; il détournement, il sabotage culturelle e la guerriglia artistica. Queste pratiche hanno riattivato forme d'avanguardia già individuate negli anni '60 e '70, sperimentate all'interno di controculture, movimenti e collettivi come l'Internazionale Situazionista, i Provos, gli Yippies e Fluxus.
Le forme di artivismo presentate all'interno del libro, utilizzano l'immaginazione e la creatività come strumenti per promuovere la libertà d'azione e la rivolta collettiva, cercando di contrastare l'alienazione e la sorveglianza generalizzata. Tra i protagonisti di questa sovversiva galassia senza confini ci sono artisti e collettivi come JR, Zevs, Yes Men, Guerrilla Girls, Critical Art Ensemble, Reclaim the Streets, Steven Cohen, Reverend Billy e molti altri.
In definitiva, secondo le autrici di "Artivisme: art, action politique et résistance culturelle", l'artivismo rappresenta un terzo termine che va oltre la classica distinzione tra estetica e politica. In modo analogo al femminismo queer, che postula l'esistenza di un terzo genere oltre il binomio femminile/maschile, l'artivismo si configura come un'alternativa che valorizza l'immaginazione, la creatività e la sperimentazione per trasmettere messaggi politici e promuovere il cambiamento sociale.
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