Terre de Tenderness è la mostra personale dell'artista sudcoreana Bang Geul Han. Si tratta di un'opera innovativa che utilizza la tecnologia per indagare temi sociali e politici di grande rilevanza, come la crisi migratoria e la disparità di genere.

Una donna con i capelli che le nascondono il volto, sdraiata orizzontalmente su un letto, semicoperta da carta stampata in scala di grigi. © Bang Geul Han, Warp and Weft #03 – Sleeping, 2022. Archival inkjet print. Courtesy of the artist.

L'opera principale della mostra è Terre de Tendre, un'installazione video immersiva che utilizza la realtà virtuale per indagare i temi dell'interdipendenza, della memoria, dell'empatia e della cura tra esseri umani e non umani. L'opera è ispirata alla Carte du Tendre, una mappa creata da un gruppo di donne nella Francia del XVII secolo che traccia il percorso verso il vero amore attraverso una terra immaginaria.

L'innovazione tecnologica di Terre de Tendre risiede nell'integrazione di testi generati da un'intelligenza artificiale addestrata sulla legislazione e sulle sentenze dei tribunali in materia di immigrazione e frontiere, nonché su testimonianze di prima mano di viaggi ed esperienze di bambini migranti. Attraverso questa metodologia, l'artista cerca di affrontare e riformulare le questioni relative alla crisi migratoria in corso, mettendo in discussione le leggi distorte che governano il corpo femminile e che creano disparità razziali e di genere.

La pratica dell'artista si basa sulla ricerca e incorpora una serie di interventi tecnologici, come il data-mining, l'intelligenza artificiale, l'interattività e la realtà virtuale. Tali approcci sono incorporati nei media fisici più tradizionali per creare opere in un'ampia gamma di forme poetiche, analitiche e politiche. La mostra Terre de Tenderness presenta anche opere recenti su diversi media, con un'enfasi sui cambiamenti legislativi in materia di diritto costituzionale all'aborto negli Stati Uniti.

La mostra Terre de Tenderness, in programma dal 16 marzo al 13 maggio 2023 presso la Shelley & Donald Rubin Foundation a New York, è a cura di Anjuli Nanda Diamond e George Bolster.