Resistenza audiovisiva: suoni e immagini in movimento #2
In un mondo in cui tutte le libertà sono costantemente minacciate, l'arte può ancora essere uno strumento di resistenza creativa per contrastare la censura e l'oppressione. Nei sistemi autocratici, l'arte è in cima alla lista dei nemici dello Stato. In Europa, lo stato attuale dell'arte è motivo di preoccupazione. La diciannovesima edizione di VIDEONALE si propone di affrontare queste sfide presentando 27 opere audiovisive.
Locandina del film Ekobio [cropped] |
La mostra propone opere audiovisive che affrontano una vasta gamma di temi, come l'ingiustizia economica tra Nord e Sud del mondo e le conseguenze di tale disuguaglianza sulla natura e sull'umanità, oltre alle nozioni queer del corpo e alla ricerca di nuove forme autonome di comunità.
VIDEONALE19 è in programma dal 31 marzo al 14 maggio presso il Kunstmuseum di Bonn.
Questa settimana presentiamo Ekobio del collettivo Elkin Calderón Guevara & Diego Piñeros García.
Ekobio
Il termine "Ekobio" significa "fratello" o "amico" ed è stato introdotto dallo scrittore afro-colombiano Manuel Zapata Olivella durante il suo viaggio alla scoperta della cultura nera nelle Americhe. Inizialmente, il termine veniva usato dal popolo Lucumí, un gruppo etnico afro-cubano di origine africana occidentale, per riferirsi alle persone di colore, ma con il tempo è stato esteso per includere anche amici che difendono i diritti delle persone di colore.
EKOBIO trailer from Calderón & Piñeros on Vimeo.
Il progetto cinematografico EKOBIO è stato ideato dal collettivo Elkin Calderón Guevara & Diego Piñeros García, che si è ispirato al viaggio in Colombia dello scrittore Zapata. Qui hanno stretto amicizia con un gruppo di persone di Boca Chica, discendenti della diaspora africana, e insieme hanno creato "mise en scènes" e narrazioni audiovisive che raccontano la storia coloniale della regione.
Il film utilizza la regione dei forni di Lime come palcoscenico principale, dove le antiche rovine erano un tempo centrali per la costruzione di Cartagena. Come ex colonia spagnola, la città era il porto principale dove arrivavano le navi degli africani schiavizzati.
Con il sostegno e la partecipazione della comunità e di quattro attori di Boca Chica, EKOBIO ci porta indietro nel tempo per capire come viene vissuto oggi il patrimonio africano. Il collage di musica e performance giocosamente improvvisate segue la logica del romanzo di Zapata, Changó the Biggest Badass, permettendo a tempi e luoghi diversi di sovrapporsi nel film.
Gli attori Belmir Caraballo Díaz, Evenazar Blanquicett Godoy, Alexandra Castro e Seny Blanquicett si ispirano a uno dei capitoli del romanzo per scrivere la propria storia, in dialogo con i colorati e scultorei "Picós", sistemi sonori afrocolombiani che favoriscono le connessioni transatlantiche e trasmettono voci ancestrali nella realtà di oggi.
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