L'eroe contemporaneo di un mondo al contrario: Julian Assange
Fiducia, un concetto basilare, intrinseco e scontato che pone le basi di qualsiasi istituzione, che sia essa religiosa, politica, familiare o sociale volendo generalizzare. Quando la fiducia viene meno l'incanto svanisce, le gerarchie si scardinano... il potere trema!
Collateral Crucifixion di Captain Borderline |
Proprio la fiducia, circoscritta in questo caso al campo della veicolazione delle informazioni, è il principio che è stato messo in discussione da Julian Assange, giornalista e attivista australiano, divenuto suo malgrado martire di un sistema che mette a repentaglio la salvaguardia di diritti costituzionali intoccabili, almeno in teoria.
Chi è Julian Assange?
Cofondatore e caporedattore dell'organizzazione divulgativa WikiLeaks, Julian Assange è un giornalista fervente, curioso (forse troppo) che ha trasformato il suo lavoro in una vera e propria missione... verità e trasparenza sono i principi cardine della moralità umana! Anarchico e critto-attivista, per sua stessa ammissione, sin dai suoi primi passi in WikiLeaks, Assange si è qualificato come "personaggio scomodo" ai potenti, essendo principale attività della suddetta organizzazione la fuga di notizie (da cui il nome del sito) di documenti governativo-aziendali coperti da segreto. Smascherare i sotterfugi, comunicare con trasparenza, sfuggire al controllo e all'assoggettamento politico... questi gli obiettivi primi di WikiLeaks, obiettivi che dovrebbero, per antonomasia, appartenere a chiunque si fregi del "nobile" titolo di giornalista.
Break-even point
Tuttavia la verità fa male, soprattutto quando va a minare gli equilibri economico-politici mantenuti a stento sul filo del rasoio tra diverse parti e proprio quando Assange ha scoperchiato il vaso di pandora ha avuto inizio il suo calvario. Quando?
2010. WikiLeaks si pone in una posizione di rilievo internazionale nel momento in cui pubblica, a partire dall'aprile 2010, informazioni etichettate come "segrete" o comunque di carattere confidenziale relative al governo statunitense, nello specifico: il video Collateral Murder (Uccisione Collaterale), i diari della guerra in Afghanistan, i diari della guerra in Iraq, CableGate e oltre 251.000 documenti diplomatici statunitensi - uccisione di civili da parte di truppe statunitensi e britanniche, torture, abusi, violenze delle autorità U.S.A. nei confronti dei militari iracheni... questi sono solo alcuni degli altarini scoperti dalla divulgazione dei suddetti documenti. Un vero e proprio smacco per il Big Continent (diciamocelo!).
Da questo momento in poi Julian Assange entra in un vortice di accuse, indagini e incarcerazioni come una caccia alle streghe medievale dal sapore triste di vendetta, un po' come i bambini che devono vendicarsi a tutti i costi al dispetto ricevuto e percepito come tale. Ma procediamo con ordine:
- Aprile 2019 - Assange viene incarcerato nel Regno Unito prima per "violazione di libertà su cauzione" in seguito ad un'accusa di stupro della Svezia (accusa poi decaduta), poi per la richiesta di estradizione fatta dagli Stati Uniti con l'accusa di "cospirazione e spionaggio".
- Gennaio 2021 - Il Regno Unito disapprova l'estradizione del giornalista australiano adducendo alle sue precarie condizioni psicofisiche, anche in seguito agli svariati appelli e pressioni del relatore dell'ONU sulla tortura, tale Nils Melzer, che chiede per Assange i domiciliari anziché il carcere.
- Dicembre 2021 - L'alta Corte di Londra ribalta la sentenza di inizio anno, dicendosi favorevole all'estradizione dell'imputato.
- Giugno 2022 - Il 17 giugno, l'ex Ministra dell'Interno britannico Priti Patel ufficializza e autorizza l'estradizione di Assange negli Stati Uniti al fine di essere processato con l'accusa di "aver violato la Legge sullo spionaggio (Espionage act) e la Legge sulle frodi e gli abusi informatici (Computer fraud and abuse act)" e rischiando così ben 175 anni di carcere.
Julian Assange diviene, dunque, il primo soggetto editoriale ad essere incriminato ai sensi della Legge sullo spionaggio e se la condanna diventasse realtà non pochi sono i timori circa il "trattamento speciale" che gli verrebbe riservato viste le accuse per le quali verrebbe incarcerato... a vita.
Tuttavia il mondo è strano, un po' troppo! Ci troviamo di fronte ad un uomo intellettualmente onesto, che ha agito in favore della verità messa a disposizione dell'opinione pubblica (come giusto che sia) nel corretto esercizio della propria professione e nella piena adempienza ad un principio costituzionale universale, la libertà di pensiero e parola, trattato come un terrorista solo perché ha osato sfidare i poteri forti senza alcun timore o esitazione... meriterebbe lodi, non condanne!
E infatti le lodi non sono tardate ad arrivare. Se da un lato il suo encomiabile lavoro ha tessuto fitte trame di fiducia e riconoscimenti pubblici e privati (Premio Sam Adams, Medaglia d'oro per la Pace con la Giustizia dalla Fondazione Sydney Peace, Premio per il Giornalismo Martha Gellhorn e la pluricandidatura per il Premio Nobel per la pace per la sua attività di informazione e trasparenza) dall'altro ha visto crescere invidia (per il coraggio), astio e odio da parte di una ricca fetta di nemici... e in un mondo avido, subdolo e rancoroso che si basa solo ed esclusivamente su soldi e potere ciò non stupisce affatto!
Nonostante sembri impossibile il cambio di rotta del suo destino, soprattutto processuale, numerose personalità, anche rilevanti, sono schierate in sua difesa e provano con ogni mezzo a cambiarne le sorti.
« Signor presidenteLe chiediamo rispettosamente di graziare Julian AssangePer oltre un decennio, Julian Assange e WikiLeaks sono stati in prima linea nel giornalismo investigativo, pubblicando informazioni che hanno rivelato gravi abusi di potere ed episodi di corruzione ai più alti livelli di istituzioni potenti. Assange è stato parte integrante dell'istituzione di una stampa libera, essenziale per qualsiasi democrazia.[...] La grazia per Assange dimostrerebbe che gli Stati Uniti tengono in grande considerazione i diritti fondamentali, la verità, la responsabilità e la protezione di coloro che parlano contro le ingiustizie. »
Queste, le parole rivolte al presidente degli Stati Uniti Joe Biden in una lettera del 5 dicembre 2022 firmata da Stella Assange, compagna del giornalista australiano, da diversi membri del Parlamento europeo e numerosi altri cittadini e organizzazioni per i diritti umani, tra cui Statewatch. Simbolo della libertà di parola per milioni di persone sparse per il mondo, eroe contemporaneo messo a tacere con la forza, la cui condanna significherebbe soltanto una cosa, la perdita della democrazia, della verità, quella più limpida e trasparente che come una livella pone tutti gli individui sullo stesso piano senza distinzione alcuna, di razza, di sesso, di religione, di gerarchia.
Julian Assange merita l'assoluzione. Non si tratta di una questione di principio ma di etica... etica umana!
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