In un mondo in cui tutte le libertà sono costantemente minacciate, l'arte può ancora essere uno strumento di resistenza creativa per contrastare la censura e l'oppressione. Nei sistemi autocratici, l'arte è in cima alla lista dei nemici dello Stato. In Europa, lo stato attuale dell'arte è motivo di preoccupazione. La diciannovesima edizione di VIDEONALE si propone di affrontare queste sfide presentando 27 opere audiovisive.

Felipe Castelblanco & Lydia Zimmermann, AYÊNAN: Territorios de Agua, 2022 © Felipe Castelblanco & Lydia Zimmermann

La mostra propone opere audiovisive che affrontano una vasta gamma di temi, come l'ingiustizia economica tra Nord e Sud del mondo e le conseguenze di tale disuguaglianza sulla natura e sull'umanità, oltre alle nozioni queer del corpo e alla ricerca di nuove forme autonome di comunità.

VIDEONALE19 è in programma dal 31 marzo al 14 maggio presso il Kunstmuseum di Bonn.

Questa settimana presentiamo AYÊNAN: Territori d'acqua di Felipe Castelblanco e Lydia Zimmermann.

AYÊNAN

L'ayênán è la particella iniziale che accende l'esistenza.

Nel 2020, il collettivo mediatico indigeno Ñambi Rimai, con sede nel sud-ovest della Colombia, ha intrapreso un viaggio. Il percorso inizia vicino al territorio di Siona, nel bacino amazzonico, sul fiume Putumayo. La parte successiva del viaggio conduce attraverso la terra santa dei popoli Inga e Kamëntsá fino al territorio di Quillacinga negli altopiani di Putumayo. Sulle alture dei Páramos, dove vivono i Quillacinga, nasce il fiume Putumayo. Il collettivo ha scelto di seguire il percorso seguito dal conquistador spagnolo Hernán Pérez de Quesada nel 1540. Alla ricerca del leggendario Eldorado, Hernán Pérez de Quesada faceva parte della prima spedizione europea negli altipiani interni delle Ande colombiane.

Trailer AYÊNAN: Territorios de Agua (2022) from felipecastel on Vimeo.

In un certo senso, il collettivo pan-amazzonico di dieci persone intraprese una contro-spedizione riportando ritualmente l'oro nel luogo in cui, secondo i racconti di alcuni conquistatori, cresceva sugli alberi e doveva solo essere raccolto. Il viaggio e, di conseguenza, il film, si sono conclusi con una cerimonia devota. I membri del collettivo formano un cerchio e, inchinandosi l'uno all'altro, si porgono una pepita d'oro racchiusa in un blocco di ghiaccio che si scioglie lentamente e che alla fine viene deposta con grande riverenza ai piedi di un'Espeletia. Questa pianta svolge un ruolo importante negli ecosistemi andini perché è in grado di immettere nel terreno l'acqua contenuta nella nebbia del mattino. Come i governanti dei Muisca, anche il collettivo accende un falò di notte a significare una forma di pacificazione bioculturale tra regioni, culture e mondi non umani.

Questa potente immagine è collegata a ulteriori commenti a nome del collettivo e di altri indigeni. In diversi casi, appare chiaro come la comparsa dei bianchi abbia cambiato in modo drammatico e duraturo la vita in Amazzonia. La popolazione indigena è stata costretta ad adottare i modi di pensare dei bianchi e allo stesso tempo a usarli per proteggersi da loro. In particolare, questo include l'apprendimento della lingua spagnola e l'equiparazione della terra al capitale. Il risultato è sconfortante: ovunque i bianchi vadano, lasciano dietro di sé distruzione, e si starebbe meglio senza la loro presenza.

Il video a due canali AYÊNÁN: TERRITORIOS DE AGUA di Felipe Castelblanco e Lydia Zimmermann fa parte della ricerca artistica di Castelblanco, "Cartographies of the Unseen", che esamina i modi di pensare e l'estetica territoriale indigena nel Sud globale.