Ars Electronica: chi possiede la verità? #2

Il valore delle conoscenze che possediamo diventa cruciale quando la stessa nozione di verità sembra sfuggire tra le pieghe della manipolazione e delle molteplici interpretazioni soggettive. Chi possiede la verità, e come la verità viene manipolata o preservata, diventa una questione centrale nei nostri giorni. Questi interrogativi toccano profondamente le fondamenta della nostra epoca, influenzano le dinamiche di autorità e sovranità in modi che sfidano il nostro senso di realtà e sicurezza.

Inside the NYPD’s Surveillance Machine © Amnesty International, Superposition

Nella seconda parte di questa serie, continuiamo ad approfondire le riflessioni iniziate nell'articolo precedente intitolato "Ars Electronica: chi possiede la verità?", esplorando ulteriormente le tematiche emerse durante il "Festival per l'Arte, la Tecnologia e la Società" e analizzando in dettaglio due opere d'arte selezionate ad hoc. Le opere in questione sono: "NYPD’s Surveillance Machine" e "FANGØ".

All'interno della macchina di sorveglianza della polizia di New York.

Nel corso degli ultimi anni, la tecnologia di riconoscimento facciale ha fatto notevoli progressi, diventando una parte sempre più significativa delle misure di sicurezza e sorveglianza in molte città del mondo. Tuttavia, l'implementazione di questa tecnologia non è priva di controversie, e New York City si trova al centro di un acceso dibattito riguardo alla sua adozione e agli effetti che essa ha sulla privacy e i diritti civili dei suoi cittadini.

Il riconoscimento facciale permette alle autorità di identificare e monitorare individui in spazi pubblici attraverso telecamere di sorveglianza avanzate. Questo solleva questioni fondamentali sulla violazione del diritto alla privacy. Chiunque cammini per le strade della città può essere identificato e tracciato senza consenso. Oltre alla privacy, questa tecnologia solleva preoccupazioni legate ai diritti civili. Può essere utilizzata per monitorare manifestazioni pacifiche e mostrare una tendenza alla discriminazione, con errori maggiori quando si tratta di individui di determinate etnie o gruppi demografici.

La rilevazione della diffusione della tecnologia di riconoscimento facciale a New York City è stata condotta da Amnesty International in collaborazione con Superposition e un gruppo di volontari digitali. Di seguito sono riportate le principali fasi della metodologia di ricerca:

  • Raccolta di Volontari Digitali: Tra aprile e giugno 2020, più di 7.000 volontari digitali provenienti da tutto il mondo si sono offerti di partecipare alla ricerca. Questi volontari hanno giocato un ruolo fondamentale nel processo di analisi dei dati.
  • Analisi delle Panoramiche di Google Street View: Gli sforzi dei volontari si sono concentrati sull'analisi delle panoramiche di Google Street View di ogni incrocio stradale di New York City, escludendo le autostrade. Questo è stato fatto per valutare quante telecamere di sorveglianza fossero presenti in ogni area di interesse.
  • Valutazione Tripla: Ogni incrocio è stato analizzato da tre volontari indipendenti per garantire accuratezza e coerenza nei risultati. I conteggi delle telecamere utilizzati nei risultati finali rappresentano la mediana delle tre analisi.
  • Data di Riferimento: Il 90% delle panoramiche di Google Street View utilizzate nel progetto è stato scattato nel 2018 o successivamente, mentre l'82% è stato acquisito nel 2019.
  • Valutazione della Fiducia dei Dati: Per garantire la qualità dei dati raccolti dai volontari, Amnesty International ha collaborato con esperti di scienze dei dati per valutare la fiducia e la coerenza delle posizioni delle telecamere raccolte dal pubblico. Questa valutazione ha confermato una ragionevole concordanza tra le analisi dei tre volontari.

Amnesty International ha lanciato un appello all'azione, evidenziando l'ampia diffusione dell'uso del riconoscimento facciale a New York City attraverso una visualizzazione interattiva dei dati. Gli utenti possono esplorare la città e scoprire quanto sia diffusa questa tecnologia. Sono poi incoraggiati a inviare lettere di protesta ai membri del consiglio locale o a firmare una petizione per sostenere un divieto sull'uso indiscriminato della tecnologia. È importante sottolineare che l'uso indiscriminato e invasivo della tecnologia di riconoscimento rappresenta una minaccia per la privacy e i diritti civili a livello globale. È essenziale che i cittadini, le autorità e le organizzazioni come Amnesty International continuino a esaminare attentamente questa questione per garantire che i diritti fondamentali siano protetti per una vera sicurezza pubblica.

FANGØ: La Difesa dalla Sorveglianza Capitalistica.

FANGØ è un'opera d'arte e un progetto DIY (fai-da-te) che, sebbene si presenti come un caricabatterie per smartphone, nasconde una funzione rivoluzionaria.

FANGØ a Facebook, Amazon, Netflix and Google Obfuscator © Martin Nadal

Creato come strumento di difesa contro il capitalismo della sorveglianza, FANGØ prende il controllo dello smartphone in cui è collegato generando ricerche e interazioni casuali sui social media. Questo disturbo nel flusso di dati mira a ingannare i broker dei dati e ad interrompere il processo di acquisizione delle informazioni personali. Il nome FANGØ deriva dall'acronimo "FANG" (Facebook, Amazon, Netflix e Google Obfuscator) rappresentando le aziende pioniere del capitalismo della sorveglianza. È un audace tentativo di disturbare questa pratica e mettere un freno all'acquisizione indiscriminata dei dati personali.

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