Creatività e follia nelle culture di resistenza di massa

Immagina uno spazio al di là dei limiti del sistema capitalistico. Immagina una cultura basata sulla comunità e sulla cura collettiva attraverso la creatività, dove la follia diventa un catalizzatore per una trasformazione radicale. Immagina un'arte che abbia il coraggio di dire la verità, sfidare i sistemi di classe e mettere in evidenza gli effetti mentali ed emotivi dell'oppressione.

ARTIVISM 2023: La Follia nelle Masse

Torna il festival artistico che mette in luce storie di resilienza studentesca e pratiche di attivismo artistico che sfidano le narrazioni dominanti. Ispirata da una miriade di culture di resistenza o "masse marginalizzate", tra cui comunità indigene, filippine, palestinesi, nere e queer, la quinta edizione del festival "ARTIVISM 2023: Madness in the Masses", celebra la resistenza e la resilienza degli studenti e della comunità attraverso l'arte. La bellezza di queste culture risiede non solo nella loro resistenza, ma anche nelle loro pratiche di cura.

In programma dal 6 settembre al 19 ottobre, gli eventi del festival "ARTIVISM 2023: La Follia è nelle Masse" sono organizzati da UBC Artivism presso la Hatch Art Gallery.

"Reveal/Reform" e la pratica filippina del "talambuhay"

La mostra "Reveal/Reform", tra poesie, monologhi e storie dalla società capitalista, espone le opere artistiche della cultura attivista di artisti palestinesi e filippini. Ispirata alla pratica filippina del "talambuhay", che si traduce nel racconto della propria storia o autobiografia, l'evento incoraggia i partecipanti a condividere storie di lotta e di vita. "Reveal/Reform" intende facilitare una connessione umana più profonda, creare empatia all'interno della comunità e stimolare una collaborazione con i gruppi di attivismo Sulong UBC e Solidarity for Palestinian Human Rights.

"Solo quando sto trasportando l'acqua mi chiedo se sto diventando più forte" di Carole Itter.

La mostra "Carole Itter: Only when I’m hauling water do I wonder if I’m getting any stronger" riunisce una selezione di opere multidisciplinari e materiali d'archivio dell'artista dagli anni Sessanta a oggi.

Raw Egg Costume, 1971 © Carole Itter | Taki Bluesinger

Rivelando la sua attenzione per la località, il linguaggio e la coreografia, il titolo fa riferimento alla scrittura di Itter e indica il suo lavoro autoriflessivo come artista, donna e abitante di baracche, vecchie case e cooperative della West Coast. L'etica artistica di Itter è evidente nella sua considerazione dei luoghi e delle comunità che hanno fatto da cornice alla sua vita, nella sua espressione scritta, disegnata e materiale, così come nella sua pratica di progettazione di condizioni per la performance. L'attenzione dell'artista per il locale è parte di una sensibilità condivisa che ha trovato una rinnovata urgenza e saggezza nel contesto della crisi climatica. Il lavoro di Itter, realizzato a mano, riafferma la presenza del corpo attraverso lenti ecologiche, femministe e anticapitaliste, e offre una visione del modo in cui gli esseri umani si vedono in relazione tra loro e con gli altri esseri del mondo.

La mostra comprende una selezione di installazioni, fotografie, schizzi, costumi, film e scritti che rivelano la pratica polivalente dell'artista, confondendo i confini tra i contenitori tradizionali dell'arte. Sovvertendo umoristicamente lo status quo, i "sonagli" scultorei di Itter sono assemblati con detriti di legno raccolti in vicoli, scantinati e negozi di seconda mano. Realizzati con fusi, cucchiai, tasselli e gambe di sedie, segnalano la connessione tra deforestazione, produzione, consumismo e smaltimento, offrendo al contempo un invito performativo a un'immaginaria interazione sonora e fisica. Queste opere si collegano alle sue installazioni "spill" su pavimenti e acqua.

Sulla coreografia sociale ed ecologica, il lavoro di Itter lancia un interrogativo: "Quali sono i nostri gesti collettivi e individuali di comprensione e di relazione con un luogo?" Per l'artista, questi gesti si verificano nel tempo, con responsabilità, con gli altri (persone, uccelli, acqua) e negli spazi di confine. L'artista abita luoghi, forme e figure con una visione unica e una forza materiale che evidenzia l'illusione della permanenza.

Nel film "Tarpaulin Pull" (2006), l'artista rema su una piccola barca, tirando un campo blu fatto di teloni di plastica disintegrati che galleggiano sulla superficie dell'oceano. L'artista sbarca metodicamente il telone, lo ripiega e lo deposita in un cassonetto. Itter ammette di essere "un'esperta nel guardare l'acqua", e la forza del suo lavoro sta nel modo in cui ha portato il carico.

Commenti

artivism | nuovi video da YouTube

#artivism | post recenti da Twitter

#artivism | post recenti da Instagram

artivism | ultime notizie dal mondo

Arte Politica, Arte della Protesta, Arte Ribelle, Attivismo Artistico e Attivismo Creativo | Collettivi, Movimenti, Avanguardie, Culture di resistenza e Controculture.

artivismo | nuovi video da YouTube

#artivismo | post recenti da Twitter

#artivismo | post recenti da Instagram